Autoreset, questo sconosciuto

menniti:
Il copyright lo hanno apposto qui

Sul sito c'è scritto "The HV Rescue Shield is 100% open source (hardware and software). OSHW rules!" mi pare strano che un progetto open source sia soggetto a copyright, toccherebbe verificare se è realmente registrato o se è solo una scritta di comodo.

ma se dovessi realizzare questa cosa per conto terzi, diciamo per lavoro, l'uso commerciale di questo know-how potrebbe crearmi problemi secondo te? come potrei superarli eventualmente?

Tocca leggersi la licenza d'uso OSHW, il link diretto è sul loro sito, cosa dice in merito all'uso commerciale.

astrobeed:
Tirando le somme su tutto quello che si è detto in questo, e altri, thread direi che possiamo identificare diverse situazioni in cui è necessario bloccare l'autoreset in modo non permamente:

A) Utilizzo di Arduino come programmatore ISP occasionalmente.
B) Utilizzo di Arduino come programmatore ISP spesso e volentieri.
C) Necessità di comunicare via USB con Arduino senza che questo resetti.

Per il punto A direi che la soluzione ideale è aggiornare la guida di Michele specificando che sia per la UNO che per la 2009 è necessario bloccare l'autoreset (mossa preventiva) e per farlo basta collegare un condensatore con valore compreso tra 1 e 10 uf tra Reset e +5V.

Completamente d'accordo, poiché però non basta sostituire il testo ma mi tocca anche rifare una serie di foto e assemblaggi su Breadboard, mi prendo un po' di tempo, se siete d'accordo; penso che tanto, nel frattempo, non si fanno danni con quelle tecniche; al di là che ora abbiamo scoperto, grazie al notevole lavoro di ricerca e sperimentazione di Astrobeed, che hanno delle problematiche elettroniche, finora nessuno ha mai lamentato danni (per fortuna :sweat_smile:).
Se invece ritenete che vada fatto istantaneamente potrei per il momento aggiungere una nota testuale evidente, visto che la tecnica si spiega piuttosto facilmente, riservandomi di aggiornare tutta la sezione appena possibile. Decidete Voi.

astrobeed:
Tocca leggersi la licenza d'uso OSHW, il link diretto è sul loro sito, cosa dice in merito all'uso commerciale.

Già, l'ho trovata, si tratta di una paginetta in inglese :blush: :blush: OSHW - Definition of Free Cultural Works; ho capito solo che OSHW sta per Open Source Hardware, questo dovrebbe essere già un buon segno.
Mi pare di capire che (punti 4 e 5) sia possibile creare un prodotto derivato dall'originale (penso sia il mio caso) e ridistribuirlo anche in vendita tipo commerciale, ma non ne sono sicuro; invece non ho capito nulla sul discorso del software.
Con tutta calma puoi dargli un'occhiata? Non è tanto la traduzione, ma mi serve la tua competenza in materia. Io ho solo una mezza idea, se poi trovo il tempo di svilupparla (non necessariamente per mettermi a vendere schede XD) voglio essere sicuro che né io né terze persone si possa incorrere in qualche problema legala, tutto mi manca meno che una causa internazionale.
In caso contrario mi realizzo il mio bel PCB e la chiudo qui. Partendo da quella storia di Leo sono finito OT, ma penso sia inutile aprire un Topic OT (già ho quello della realizzazione dei PCB)

EDIT: peraltro sono andato a cercare ed ho trovato il nome di Massimo Banzi, credo che questa sia una buona notizia, visto che Arduino è praticamente protetto solo per una porzione del nome. che ne dici?

Dunque, parlando di (C) dobbiamo fare una precisazione: il (C)-copyright NON è applicabile in Italia perché lo Stato Italiano riconosce il diritto d'autore, che è diverso dal copyright, che è americano. Il (C) vale solo sul territorio americano ed è una "protezione" sul lavoro, così com'è il diritto d'autore italiano. Certifica, cioè, che l'opera è stata prodotta da qualcuno. Per valere a livello internazionale deve essere brevettata nel Paese di origine ed il Paese in cui si vuol far valere il brevetto deve avere precisi accordi con gli USA.

Detto questo, ribadisco quanto ho affermato precedentemente, e confermato dallo stesso astrobeed: l'autore può aver messo sotto (c) il circuito ma non la tecnica perché questa è stata divulgata da Atmel e quindi, essendo di pubblico dominio, non può essere brevettata. Inoltre vale il concetto della proprietà intellettuale, che afferma che il primo che pubblica un'opera originale su un mezzo di diffusione pubblica ne è anche l'autore. Quindi, essendo Atmel la prima ad aver pubblicato il metodo, ne è anche l'autore e conseguentemente il tipo non può brevettare tale tecnica.

Tornando al discorso dell'Open-source, molta gente fa confusione: open-source è il concetto di "sorgente aperto", poi esiste il Free-software, ossia il Software libero (ovviamente il discorso è ascrivibile anche all'hardware, non cambia nulla nella sostanza). Open-source non vuol dire che una persona può fare di una cosa tutto quello che vuole, anche spacciarla per propria. Open-source significa solamente che esiste il sorgente di un qualcosa. Parallelamente esiste il concetto di open-hardware che, se anche non ratificato come quello di Open-source, segue le stesse linee. Quindi, abbiamo un autore che pubblica un'opera fornendone anche i sorgenti. Wikipedia chiarisce bene questo concetto:

In informatica, open source (termine inglese che significa sorgente aperto) indica un software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne permettono, anzi ne favoriscono il libero studio e l'apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante l'applicazione di apposite licenze d'uso.

Vedete bene la dicitura "i detentori dei diritti". Quindi gli autori. O l'autore. Inoltre specifica che l'uso di questo materiale è permesso "mediante l'applicazione di apposite licenze d'uso". Ecco quindi che nel documento del tizio si legge infatti: "License: CC BY-SA"
CC BY-SA è la licenza Creative Commons, con le clausole accessorie dell'attribuzione dell'opera (specificata da "By") e della condivisione con la stessa licenza ("SA", "Share-alike") in caso si derivino dei lavori partendo dall'opera e poi modificandola. Non specifica la clausola NC, non-commercial, per cui è esplicitamente ammesso l'uso del lavoro per fini commerciali, l'importante è che si è obbligati a ridistribuire la propria opera rispettando le clausole suddette.

Ecco quindi che il cerchio si chiude. Abbiamo un circuito il cui schema è stato progettato da Jeff Keyzer, detentore dei diritti, che lo rende disponibile con l'esplicita richiesta di distribuirlo con la stessa licenza e di attribuire l'opera all'autore originale.

Moltissimo software open-source è distribuito in questo modo: anche l'IDE di Arduino è sotto copyright e distribuita con una licenza, nello specifico la LGPL, come si legge ad esempio nelle intestazioni del file arduino/hardware/arduino/cores/wiring.h:

Copyright (c) 2005-2006 David A. Mellis

This library is free software; you can redistribute it and/or
modify it under the terms of the GNU Lesser General Public
License

Ergo?

Non specifica la clausola NC, non-commercial, per cui è esplicitamente ammesso l'uso del lavoro per fini commerciali, l'importante è che si è obbligati a ridistribuire la propria opera rispettando le clausole suddette.

Ecco quindi che il cerchio si chiude. Abbiamo un circuito il cui schema è stato progettato da Jeff Keyzer, detentore dei diritti, che lo rende disponibile con l'esplicita richiesta di distribuirlo con la stessa licenza e di attribuire l'opera all'autore originale.

Ergo puoi usare quel circuito per un tuo progetto, anche commerciale. Ma devi rilasciare gli schemi ed attribuire la paternità all'autore. Ora, siccome la tecnica non è brevettata, progetta un prodotto differente così che tu non sia costretto a distribuire ringraziamenti a destra e manca. In definitiva lui ha messo sotto copyright il suo schema. Tu però hai detto che in realtà hai usato i 12V solo sul pin di reset, quindi in teoria è una cosa differente dalla sua. O sbaglio?

No, i 12 volt vanno solo sul pin reset anche nel suo circuito; io ho eliminato il suo schema di booster smd (serve per ricavare 12 volt partendo dai 5V) per metterne uno mio più semplice ma ugualmente efficace; stesso discorso per lo switch (il circuito smd che lui usa per mandare questi 12V al reset, pilotandolo via software), anche qui sto mettendo un circuito semplice con un paio di transistor.
Però se già metto un dip14 per il "tuo" tiny84 invece del dip20 per il "suo" tiny2313, inizia a diventare qualcosa di diverso no? Devo solo studiarmi le connessioni di questo nuovo chip e capire se i 6 pin "mancanti" sono carenti di qualche segnale, nel qual caso devo adottare un collegamento specifico che vada d'accordo col software. Nei prossimi giorni mi scarico il datasheet e mi metto a studiare. XD

Cmq ripeto, lui può anche brevettare il disegno del circuito ma se per erasare il chip devi dare 12V al pin di reset, non potrà mai avere un brevetto esclusivo su questo sistema. XD

menniti:
No, i 12 volt vanno solo sul pin reset anche nel suo circuito; io ho eliminato il suo schema di booster smd (serve per ricavare 12 volt partendo dai 5V) per metterne uno mio più semplice ma ugualmente efficace; stesso discorso per lo switch (il circuito smd che lui usa per mandare questi 12V al reset, pilotandolo via software), anche qui sto mettendo un circuito semplice con un paio di transistor.

Il punto cruciale è che la tecnica dei 12V sul reset fa parte dei modi di funzionamento degli ATmega ed è un brevetto di Atmel, quindi nessuno si può prendere il merito di questa cosa e ribrevettarla.
Poi se parliamo di schemi elettrici ti dico subito che non sono brevettabili e non ha senso sottoporli a copyright, semmai si brevetta il concetto che fa funzionare il tutto e si registra il marchio/logo e/o il nome dato alla soluzione circuitale.
Il motivo per cui non ha senso fare il copyright su uno schema è semplicissimo, prima di tutto spesso e volentieri porzioni dello schema possono essere disegnate solo in uno specifico modo, perché imposto dal tipo di componente, che a sua volta è pubblico sul relativo data sheet e comunque di proprietà del produttore, inoltre basta modificare qualche collegamento e componente per invalidare il copyright.
Nei brevetti non si mette mai lo schema elettrico completo, solo quello di massima e spesso semplicemente a blocchi, infatti si brevetta il dispositivo in toto, cioè quello che fa e come lo fa, e non come viene realizzato.
Tornando al tuo circuito non credo assolutamente che questi signori abbiano registrato/brevettato nulla e se lo hanno fatto è solo per qualche stato Americano, i costi di un brevetto a livello mondiale sono enormi e non vale la pena per una schedina che costa 20$ della quale se ne vendono qualche centinaio possono ritenersi fortunati :slight_smile:
Molti miei progetti sono stati brevettati da chi me li ha commissionati, un minimo di esperienza diretta l'ho acquisita visto che la documentazione la devo scrivere io anche se poi viene riadattata da un avvocato esperto di brevetti, il brevettualese (linguaggio da adottare per i brevetti) è come una lingua aliena per i comuni mortali :slight_smile:

Devo dire una cosa che non mi era venuta in mente ma che leggendo il tuo intervento mi pare abbastanza palese.
Noto che i 'mericani hanno il vizietto della dicitura (C) facile, nel senso che la vedo apposta un po' da tutte le parti. Non so se la usano come indicazione "proprietà intellettuale" in maniera del tutto gratuita (non so neanche se ciò è permesso dalla loro legislazione) ma visto che comunque un brevetto costa è dovrebbe esserci la dicitura "Patented", forse è il caso di pensare che il tizio abbia messo quella dicitura solo a "scopo intimidatorio" :smiley:

leo72:
Non so se la usano come indicazione "proprietà intellettuale" in maniera del tutto gratuita (non so neanche se ciò è permesso dalla loro legislazione) ma visto che comunque un brevetto costa è dovrebbe esserci la dicitura "Patented", forse è il caso di pensare che il tizio abbia messo quella dicitura solo a "scopo intimidatorio" :smiley:

Si è così, l'abuso del (c) per loro, ma non solo per loro, è normale anche se non è registrato nulla.
Anche mettendo a parte il fatto che non ha senso fare il copyright di uno schema credo che non rientri nemmeno nelle specifiche di cosa è sottoponibile al copyright a meno che non si voglia proteggere il disegno in se stesso come se fosse un'opera d'arte, ma così torniamo al fatto che non alcun senso per uno schema elettrico.

Giusto per completare il discorso, se il secolo scorso poteva avere un senso cercare di proteggere, non divulgare, gli schemi elettrici di un apparato per evitare il plagio con l'avvento di MCU, CLPD, FPGA, SOC etc questa esigenza è totalmente decaduta in quanto la vera protezione è nel software per far funzionare/programmare questi componenti.
Poco importa se mi copiano al 100% una mia scheda con MCU, senza il realtivo firmware è un pezzo di plastica e silicio che non serve a nulla.
Rifare da 0 un firmware, sopratutto se molto complesso, ha costi notevoli, parliamo di applicazioni industriali, quindi a meno che non sia un prodotto che vende decine di migliaia di pezzi nessuno si mette a clonarlo.
Tutte le MCU possiedono sistemi di protezione hardware contro la copia che non sono violabili con tecniche da "smanettone", anzi in certi casi non sono violabili in nessun modo, nemmeno scoperchiando il componente e intervenendo direttamente sul silicio con microscopio e micromanipolatori.

Grazie ragazzi, messa in scaletta, aspetto le info di Leo sui tiny84, i 2313 mi stanno sul groppone da sempre. La mia scaletta, in relazione al tempo che ho, è infinita. Per sciverviormai sfrutto il tempo impossbile, in questo momento sto facendo esami scritti, un occhio agli studenti ed uno al monitor, sto diventando strabico.

menniti:
in questo momento sto facendo esami scritti, un occhio agli studenti ed uno al monitor, sto diventando strabico.

Occhio agli studenti e ai loro smartphone connessi ad internet, ai miei tempi al massimo ti imboscavi qualche bigliettino in tasca, ma adesso è troppo facile barare :grin:

Tutto sequestrato prima dell'esame, sulla mia cattedra avevo un'esposizone tale che sembravo un vu cumprà iper-tecnologico :grin:

PROPONGO (come ha già fatto PaoloP) di spostare questo Topic in MegaTopic. E' una trattazione estremamente esustiva e perfetta dal punto di vista elettronico, fatta da Astrobeed sull'anti-autoreset, con tanto di immagini DSO e chiarimenti su tempi ed azioni. Davvero una bella pillola di cultura elettronica. GRAZIE.

x iscizione, son troppo messo per leggere ora ma non voglio perdermi l'articolo. In ogni caso vado sulla fiducia (e delle immagini da oscilloscopio) e dico "bel lavoro astro"

lesto:
x iscizione, son troppo messo per leggere ora ma non voglio perdermi l'articolo. In ogni caso vado sulla fiducia (e delle immagini da oscilloscopio) e dico "bel lavoro astro"

bel topic te lo consiglio molto appassionante anche l'avventura di Leo con i tiny , buona lettura :grin:

lesto:
x iscizione, son troppo messo per leggere ora ma non voglio perdermi l'articolo. In ogni caso vado sulla fiducia (e delle immagini da oscilloscopio) e dico "bel lavoro astro"

il lavoro risale a parecchio tempo fa ed è concluso, quindi devi solo leggerlo; naturalmente oggi ha valore quasi esclusivamete storico, visto che il nuvo optiboot ha superato il problema dell'autoreset; per la vità qualcuno ancora lamenta il problema, soprattutto alcuni utenti di Arduino 2009 che continuano a lavorare con il bootloader originale (il sottoscritto, p.es.). In pratica al tempo usavamo una R da 120 ohm tra 5V e RESET ed un C da 10µF tra Reset e GND, in alcuni casi o l'uno o l'altro; lo studio fatto da Astro ci permise di arrivare alla soluzine ottimale del solo C da 10µF tra 5V e RESET; successivamente io appurai (e l'ho messo nell'ultima versione della mia Guida) che in realtà bastavano i 3,3V, comodissimo in quanto il pin da 5V di Arduino è sempre utile, mentre quello da 3,3V lo è molto meno.