Praticamente stai reinventando Ethernet, TCP e IP
Scherzi a parte, quel che voglio dire è che stai facendo un lavoro molto promettente e sicuramente arricchirà molto il tuo bagaglio culturale.
Quindi, dal punto di vista "teorico" meriti sicuramente un encomio.
Dal lato strettamente pratico però devi tenere presente che sarà ben raro che una rete "casalinga" necessiti di centinaia di nodi.
Se proprio ad un progettista toccasse un simile problema, con ogni probabilità si affiderebbe a protocolli e bus fisici stra-noti e affidabili come quelli che ho citato, anche perché è un investimento lato hardware non indifferente e poter contare su parti "di serie" convincerebbe meglio il committente.
Stai rischiando di scoprire l'acqua calda o peggio di perdere tantissime ore a reinventare la ruota dandogli solo un altro nome.
Finché lo fai per cultura personale non ho niente da dire, ma non ti aspettare un grande successo del tuo protocollo quando la rete è così estesa. Successo che ovviamente ti auguro, sia chiaro, ma non ti nascondo il mio scetticismo riguardo il numero di possibili progetti che lo coinvolgeranno.
Anche se facessi tutto alla perfezione, il bus è relativamente lento: ottimo perché più è lento, meno errori di comunicazione hai. Ma quando pensi a centinaia di oggetti interconnessi, i tempi per inviare il messaggio si allungano (perché si presume che più oggetti interconnessi, più sia alta l'occupazione media del bus, mica saranno tutti moduli in attesa di istruzioni quelli che aggiungi). Non puoi premere un pulsante e accendere la lampadina 10 secondi dopo...
Oggigiorno tra reti cablate o radio già molto ben strutturate, in cui si sono già ben affrontati tutti i problemi di affidabilità della comunicazione, criptazione, auto routing in caso di nodi spenti, resilienza ai disturbi ecc ecc c'è più di una scelta "professionale" a costi relativamente contenuti.
Quel che manca è un modo di fare in modo economico, affidabile e "moderno" piccole reti di microcontrollori.
Ti suggerirei quindi di approfondire il mondo delle piccole reti. A PJON serve un layer software per l'auto indirizzamento delle periferiche, servono numeri reali (indicando esattametne le condizioni di test) sul reale transfer rate (hai indicato quasi tutti numeri teorici e hai un solo impianto di test a quanto pare), forse serve un sistema di correzione delle derive del clock, puoi potenziare la parte di checksum e auto retrasmit dei dati corrotti... Insomma, il prototipo è perfetto ma di lavoro ce n'è ancora tanto.
Va benissimo riservarsi qualche byte nel protocollo per future espansioni come router ecc, ma lascia il tutto proprio solo a livello di spazio per future espansioni.
Per farla breve, date a Ethernet quel che è di Ethernet e date a PJON quei che è di MODBUS