Ciao a tutti, ho un problema che riguarda le basi più basi dell'elettronica. Su google a volte mi sembra di aver trovato la risposta, ma poi leggo qualcos'altro che mi fa tornare il dubbio.
La mia domanda è: ha senso parlare di frequenza in corrente continua? Oppure ha senso solo in alternata con l'inversione dei poli?
Se fosse così, ogni qual volta si parla di componenti con frequenza, o a con i quali è possibile lavorare a diverse frequenze, bisogna dedurre che siano alimentati con corrente alternata?
Se invece avesse senso parlare di frequenze in DC, qual è il periodo in questo caso, e perché si parla di frequenza?
No, non ha senso parlare di frequenza in CC (Corrente Continua - DC in inglese) ...
... ha senso parlare di "frequenza" dove c'è una "periodicità" di un segnale (la frequenza è l'inverso del periodo), quindi, ad esempio, nel caso della CA (Corrente Alternata - AC in inglese) avrai un segnale che ha il periodo di una certa durata (ovvero il segnale si ripete con la stessa periodicità) ed il suo inverso ti indica la frequenza.
Se prendiamo un segnale alternato a 50 Hz avremo quindi un segnale che ha un periodo di 20 msec ...
Guglielmo
P.S.: Nota però che, sopra ad un segnale in CC, si può aggiungere un segnale in CA ottenendo un segnale in CA spostato di un certo "offset" dato dalla CC
Si parla di frequenza in presenza di un qualsiasi evento periodico che si ripete nel tempo.
La corrente alternata (con inversione dei poli) è solo uno dei tanti tipi di eventi periodici.
Una continua per definizione ha frequenza zero.
Tuttavia una "continua" che attacca e stacca periodicamente senza inversione dei poli (come l'uscita delle porte PWM di Arduino) ha una ben precisa frequenza, ma appunto, non è più continua.
Ringrazio gpb01 per la risposta chiara e tempestiva, per quanto riguarda il P.S. credo che dovrò informarmi meglio.
Claudio_FF, la sua risposta ha centrato in pieno la seconda parte della mia domanda. Quindi nel caso per esempio di un cicalino passivo del quale si può regolare la frequenza, la regolazione riguarda proprio quel "attacca, stacca"?
johndoe911:
nel caso per esempio di un cicalino passivo del quale si può regolare la frequenza, la regolazione riguarda proprio quel "attacca, stacca"?
Esatto. La frequenza è legata ad una variazione periodica, non a valori assoluti. Se una tensione oscilla periodicamente tra 20 e 25 volt, quella oscillazione ha una certa frequenza (e si potrebbe anche dire che ci sono 5V(picco picco) alternati sovrapposti a 22.5V continui... questa è la risposta al P.S. )
Già che lo avevo fatto aggiungo anche il disegnino.
johndoe911:
Quindi nel caso per esempio di un cicalino passivo del quale si può regolare la frequenza, la regolazione riguarda proprio quel "attacca, stacca"?
In realtà un egnale PWM NON è affatto un segnale in CC, ma è a tutti gli effetti un segnale in CA "impulsivo" con la sua periodicità e frequenza (salvo ovviamente i due casi particolari degli estremi quando o il segnale è fisso a 0V -> duty-cycle 0% o il segnale è fisso a Vcc -> duty-cycle 100%) ...
... come detto, salvo i due casi particolari, è un segnale "periodico" di "frequenza" prefissata in cui varia il "duty-cycle" ovvero il rapporto tra una semionda del segnale e l'altra.
https://it.wikipedia.org/wiki/Corrente_alternata:
In elettrotecnica la corrente alternata (CA o AC dall'inglese: Alternating Current) è un tipo di corrente elettrica caratterizzata dal fatto di invertire la polarità elettrica continuativamente nel tempo.
Un segnale PWM lo chiamerei corrente continua pulsata e non alternata perché la tensione é sempre positiva.
gpb01:
In realtà un egnale PWM NON è affatto un segnale in CC, ma è a tutti gli effetti un segnale in CA
Dissento, fortemente dissento
Corrente alternata è simmetrica rispetto allo 0 volt, altrimenti i trasformatori saturerebbero
Anzi, bisognerebbe anche controllare il contenuto in armoniche
Un segnale pwm è, a tutti gli effetti, una corrente continua e , sovrapposta, una corrente alternata molto, ma molto tanto, sporca in armoniche
Tempi di reazione delle connessioni nei posti di ferie....
Comunque nell'incriminato post segnalavo anche la necessità della simmetria, non della sola inversione
Per me una tensione alternata deve avere una componente positiva e negativa.
Se ha solo una componente positiva (o solo negativa ma invertendo i poli diventa positiva) puó avere una parte che cambia in modo periodico come un segnale digitale che viene acceso e spento con una certa frequenza oppure uan ondulazione.
Corrente Continua si intende normalmente un alimentazione stabilizzata cove la componete alternata (ondulata) sia molto piú bassa di quella continua. (tipicamente alimentatore 5V con un ondulazione sotto i 100mV).
La corrente continua non ha frequenza o teoreticamente si puó dire che ha una frequnza di zero o un periodo infinito.
Un ondulata sovraposta derivante dal alimentatore o un segnale di disturbo sovramodulato ha una frequenza.
Ritengo importante questa distinzione alternata - continua con eventuale componente alternata ma mai negativa perché tanti circuiti elettronici (tutti quelli digitali) sono concepiti per il funzionamento con segnali positivi anche pulsati ma mai negativi. Una tensione negativa distruggerebbe il semiconduttore.
Circuiti analogici sono in parte concepiti per segnali in alternata. Stessa cosa vale per certi circuiti per pilotaggio motori o regolazione proporzionale potenza di riscadamento .
In effetti, credo che la definizione stessa di "alternata" derivi dal fatto che "alterna", appunto, semiperiodi positivi e negativi ... quindi parlare di "alternata" con segnali solo positivi o solo negativi puo essere considerato tecnicamente scorretto ... pero' qui la domanda era solo se la "continua" potesse avere una "frequenza" , e la risposta piu corretta penso possa essere "si, se non e' stabile E contiene variazioni di livello periodiche, una frequenza c'e', anche se non inverte polarita'" (evidenzio la "E" perche' se si limita a non essere stabile in modo casuale, senza periodicita', e' difficile parlare di "frequenza", sarebbe piu corretto dire che e' disturbata )