Salve ragazzi
avrei bisogno di qualche diodo MBR1050 ma non riesco a trovarlo facilmente e se lo trovo mi spennano economicamente parlando....
Sapreste consigliarmi un diodo con caratteristiche simili ? anche con potenze leggermente inferiori e magari di facile reperibilità ?
Son stufo di bruciare tiny... e poi per poco ci rimettevo un occhio per colpa di un IRF 540 che è esploso :~
ratto93:
avrei bisogno di qualche diodo MBR1050 ma non riesco a trovarlo facilmente e se lo trovo mi spennano economicamente parlando....
Non lo trovi perché è obsoleto, per indicarti un sostituto devo sapere per cosa lo usi.
Mi serve un diodo "velocissimo" è per un regolatore di tensione shunt per pannelli solari.. lo schema è questo , l'unica cosa in cui differisce il mio circuito è il circuito di controllo che l' ho sostituio con uno differente...
Non so che correnti passano verso quella batteria, ma immagino non immense, quindi te lo do io un diodo veloce con una buona corrente: BY229
E' in contenitore TO220, sopporta 8A, con correnti di picco notevoli, è di tipo "Fast soft-recovery" e costa 2 lire.
Io lo uso per raddrizzare la tensione su alimentatori switching con onde quadre a oltre 100Khz...
http://www.datasheetcatalog.org/datasheet/philips/BY229_SERIES_2.pdf
avevo penato al 225 però faceva passare troppa poca corrente...
il fatto è che non riesco a trovare la freq di funzionamento dell' MBR sapreste dirmela ? il diodo che ho montato al suo posto che mi ha provocato il corto è un FR 207 dal datasheet :
Trr = 500nS
il BY che mi proponi è <= A 135Ns
bella differenza... ora provoi a procurarmene qualcuno e riprovo.. eventualmente se la cosa non va a buon fine cè qualcosa di ancora più rapido ?
E il BY399 o il SRB1060CT ?
prchè ho scoperto di averne qualcuno.. tolti da vecchi alimentatori per PC...
Dal circutito di controllo vedo un comparatore a finestra, quindi presumo che il FET non lavora in PWM, ma mi dici che il cirutito di controllo lo hai modificato e non so come. Se non usi PWM, ma anche se lo usi con frequenze basse, i tempi di recupero non dovrebbero essere un problema, per di più in quella posizione ad occhio non mi pare il problema sia il tempo di recupero.
Prendi quanto detto con le pinze.
Puoi anche optare per diodi schottky in paralello, da circa 3 amper ciascuno, se ne hai dentro, altrimenti cerca su RS tra i diodi schottky.
Se il FET ti scalda tanto assicurati che questo vada in commutazione piena, e misura la tensione Drain Source. Ci sono Mosfet con RDSon nei dintorni del millesimo di ohm. Puoi anche scegliere dei mosfet con minore corrente ponendoli in paralello dimezzi la RDSon.
Perchè non posti tutto il circuito di controllo e ci dai pure un po di dati.
Ciao
Di più rapido ci sono solo i diodi Schottky, devi trovarne uno che abbia la corrente che necessaria.
Io utilizo per alcune apparecchiature un STPS20L15, da 10A, ma non so se è possibile reperirlo nel mercato consummer.
ratto93:
Mi serve un diodo "velocissimo" è per un regolatore di tensione shunt per pannelli solari..
Certo che ti scoppia il mosfet, e non è colpa del diodo che è un banale raddrizzatore ed è pure lento, usano uno schottky per via della bassa caduta di tensione ai suoi capi e non per motivi di velocità.
Il mos scoppia perché viene usato per cortocircuitare il pannello a fine carica, e se questo può fornire abbastanza Ampere e il mos non è sufficientemente raffreddato prima diventa rovente e poi salta, per non parlare dell'inutile circuiteria per realizzare un banale discriminatore a soglia.
Inutile dire che mettere il pannello in corto per sospendere la carica è un sistema poco intelligente, il mos va messo in serie tra il pannello e la batteria e si usa come interruttore per interrompere il flusso di corrente.
Me ne sono accorto adesso riguardando lo schema...
In effetti a che diavolo serviva un diodo Fast in una applicazione del genere? Serve solo per gli 0.35 di caduta contro i soliti 0.6-0.7 dei diodi normali.
La pratica di cortocircuitare il pannello solare è poco salutare, non tanto per il diodo (che se si brucia costa relativamente poco) ma per lo stress a cui sottoponi il pannello, con conseguenze sulla durata di vita dello stesso.
BaBBuino:
La pratica di cortocircuitare il pannello solare è poco salutare, non tanto per il diodo (che se si brucia costa relativamente poco) ma per lo stress a cui sottoponi il pannello, con conseguenze sulla durata di vita dello stesso.
Si, infatti oltre al rischio di friggere diodo e mos c'è pure il fatto che il pannello si degrada irreversibilmente rendendolo inutilizzabile in tempi relativamente brevi.
Mettiamo nel calderone anche che con lo schema proposto non c'è nessuna limitazione della corrente verso la batteria, il pannello è semplicemente in parallelo alla stessa tramite il diodo, pertanto è facile che si danneggia pure la batteria se il pannello è in grado di fornire correnti elevate, e comunque la carica delle batterie al piombo si fa a tensione costante con limitazione della corrente, eventualmente pulsata, e non certo in quel modo barbaro.
Ratto, ma dove l'hai trovato questo schema ? Chi l'ha fatto è da denuncia
Ratto, ma dove l'hai trovato questo schema ? Chi l'ha fatto è da denuncia smiley-mr-green
Purtroppo funziona, se progettato bene il sistema funziona. Intendo cortocircuitare il pannello è una pratica usata da tempo.
Sul fatto che il pannello si consumi in corto, non ho prove, in mancanza tendo semplicisticamente a pensare che non si consumi di più di quando fornisce la massima corrente.
Comunque la lista di quelli da denunciare è lunga, perchè per un periodo di tempo la magior parte dei regolatori di carica economici veniva fatta con un regolatore shunt.
Il problema nasce da chi commisiona il lavoro, questi di solito non capisce un tubo di elettronica e vuole solo proporre un dispositivo commerciale condendolo di belle parole con qualche sigla inventata per colpire l'ignaro aquirente.
La stessa cosa avviene nel mondo della illuminazione di ambiente, dove la comparsa dei led ha portato i produttori a creare delle lampade che di efficiente hanno solo il led. Per non parlare degli installatori che per ignoranza consigliano di illuminare spazi con i nastri led, promettendo un risparmio di energia. Il tutto per vendere e produrre al minor costo.
Mentre se vogliamo davvero usare dei led per illuminare il costo di una lampada ben progettata con componenti di qualità, si è costretti a venderle a costi fuori mercato, di 60€ e più.
Questo fenomeno non è un male a tutto spiano, perchè se anche carente tecnicamente quel prodotto viene venduto e la luce la fà, e contribuisce a creare un mercato, poco per volta il costo arriverà ad essere paragonabile ad un buona CFL.
Ma anche con le CFL, siamo alle solite, se compri quelle di boofrost, fanno poca luce e si guastano subito, si ma costavano poco più di un caffe. Alla fine ciò che spendi mangi.
Astro se vedessi certe schede elettroniche di lavatrici, lavastoviglie e frigoriferi, rimarresti allibito, sopratutto il costo della scheda di ricambio.
Ciao.
Si chiama mercato del "bianco" ed è appunto riferito alle produzioni su larga scala di elettrodomestici consummer.
Se si trovano i canali di approvvigionamento giusti, si comprano componenti validi a 2 lire.
Quest'anno ho acquistato in questo mercato dei Triplo-IGBT, con tanto di driver e bootstrap, con il quale ho realizzato degli amplificatori audio trifase, a 3e l'uno per lotti di 1000 pz.
Un oggetto del genere non lo trovi a meno di 15e nei normali canali.
non ho conoscenze approfondite di semiconduttori, quindi neanche sui pannelli fv. Però che io sappia un pannello è come un grosso diodo e lo puoi mettere in corto, semplicemente la corrente che comunque circola senza essere usata da un carico viene dissipata dal pannello sotto forma di calore.
Ora, per i semiconduttori in silicio in genere le condizioni si fanno critiche sopra i 150°C quindi se uno evita di far arroventare il pannello, può star tranquillo che grossi danni non li fa, giusto?
Prima di tutto il pannello è un generatore di energia, indipendentemente dalla tecnologia costruttiva, e un generatore non va mai, e ripeto mai, posto in cortocircuito, e questa è una regola primaria per chiunque ha almeno una infarinatura di elettronica.
Seconda cosa, è vero che per i pannelli fotovoltaici la massima corrente erogata è riferita ad una certa illuminazione e alla condizione di corto, ma questo non significa che puoi tenere a tempo indeterminato il corto, è solo un parametro di verifica e funzionale, infatti la reale corrente massima erogabile in esercizio è nettamente inferiore a quella massima di corto, anche perché in corto la tensione è 0 quindi non eroghi nessuna potenza, che però viene dissipata sulla resistenza interna del pannello, pertanto nessun utilizzo pratico.
Maggiore è la corrente che passa e maggiore è la temperatura che raggiunge il pannello, anche per effetto dell'insolazione diretta, e all'aumentare della corrente e della temperatura aumenta il fenomeno della elettromigrazione che è la causa primaria di morte dei semiconduttori per utilizzo eccessivo.
In tutti i casi rimane il fatto che lo schema proposto è sbagliato anche come caricabatteria, anzi non c'è proprio il caricabatteria.
astrobeed:
BaBBuino:
La pratica di cortocircuitare il pannello solare è poco salutare, non tanto per il diodo (che se si brucia costa relativamente poco) ma per lo stress a cui sottoponi il pannello, con conseguenze sulla durata di vita dello stesso.Si, infatti oltre al rischio di friggere diodo e mos c'è pure il fatto che il pannello si degrada irreversibilmente rendendolo inutilizzabile in tempi relativamente brevi.
Mettiamo nel calderone anche che con lo schema proposto non c'è nessuna limitazione della corrente verso la batteria, il pannello è semplicemente in parallelo alla stessa tramite il diodo, pertanto è facile che si danneggia pure la batteria se il pannello è in grado di fornire correnti elevate, e comunque la carica delle batterie al piombo si fa a tensione costante con limitazione della corrente, eventualmente pulsata, e non certo in quel modo barbaro.
Ratto, ma dove l'hai trovato questo schema ? Chi l'ha fatto è da denuncia
Scusate ma non potevo rispondere prima... quasi tutti i regolatori di carica commerciali fino a 20/30A funzionano usando questa tecnica.... io comunque avevo ovviato q questo fatto mettendo tra il mos ed il pannello due resistenze da 3.3 Ohm in parallelo così da non metterlo in corto corto...
comunque il mos non si è scaldato è proprio esploso... il pannello è da 5W e non penso sia colpa di questa modestissima potenza anzi... secondo me il diodo non abbastanza veloce ha cortocircuitato la batteria può essere ?
La mia logica di controllo è una MCU che gestisce la carica della batteria e altre cosine...il mos è usato in puro ON OFF senza PWM...
se mi dite che posso collegare con il mos la batteria al pannelo come potrei fare ? perdonatemi ma in questo campo sono abbastanza ignorante i mos nemmeno li ho studiati... per di più per via dellla tensione elevata(14V della batt + 20V ca del pannello ho bisogno di un mos particolare ?)
Eccone uno, futuraelettronica.net
Questo piccolo regolatorino viene commercializzato da F.E. alla modica cifra di 42 euro e sfrutta la stessa logica del mio solo che usa una specie di PWM...
ratto93:
Eccone uno, http://www.futuraelettronica.net/pdf_ita/7100-FT184.pdf
Io questa gente la metterei alla gogna con uno stuolo di marmocchi irrequieti che gli fa i peggio dispetti
Pure quello schema, che comunque è meglio dell'altro, fa letteralmente "cagare", certo tanto è un kit e non hanno il problema della certificazione CE, chi se ne frega se sfondi le batterie e mandi i pannelli nel loro paradiso anzitempo, tanto mica sono loro a pagare
astrobeed:
Prima di tutto il pannello è un generatore di energia, indipendentemente dalla tecnologia costruttiva, e un generatore non va mai, e ripeto mai, posto in cortocircuito, e questa è una regola primaria per chiunque ha almeno una infarinatura di elettronica.
Si ok, volendo ci arriva anche un bambino quando mette in corto una batteria. Stavo ragionando solo in linea teorica, visto che una cella solare è comunque una giunzione di semiconduttori.
Seconda cosa, è vero che per i pannelli fotovoltaici la massima corrente erogata è riferita ad una certa illuminazione e alla condizione di corto, ma questo non significa che puoi tenere a tempo indeterminato il corto, è solo un parametro di verifica e funzionale, infatti la reale corrente massima erogabile in esercizio è nettamente inferiore a quella massima di corto, anche perché in corto la tensione è 0 quindi non eroghi nessuna potenza, che però viene dissipata sulla resistenza interna del pannello, pertanto nessun utilizzo pratico.
Maggiore è la corrente che passa e maggiore è la temperatura che raggiunge il pannello, anche per effetto dell'insolazione diretta, e all'aumentare della corrente e della temperatura aumenta il fenomeno della elettromigrazione che è la causa primaria di morte dei semiconduttori per utilizzo eccessivo.
E' qual'è quindi la temperatura in cui comincia a degradarsi una cella solare? Probabilmente cortocircuitare un pannello piccolo da pochi euro è un'approssimazione che si può accettare in favore della semplicità circuitale.
In tutti i casi rimane il fatto che lo schema proposto è sbagliato anche come caricabatteria, anzi non c'è proprio il caricabatteria.
ok, mi dispiace per ratto93 ma io mi riferivo solo al mettere il pannello in corto, non volevo mica dire che quello schema era corretto.
Ovviamente sono d'accordo sul fatto che, per come si vedono questi schemi, non sono molto ortodossi. Ratto però dice (ed io gli credo) che ce ne stanno a decine in giro; mi vengono quindi due dubbi, anche se il primo non è di difficile risposta ]
1 - Possibile che questo mondo sia popolato da gente tanto ignorante? Non mi riferisco al fatto che uno si autocostruisca schemi propri, ma parlo di coloro che questi schemi li realizzano per l'uso di altri; vero che non devono risponderne ma altrettanto vero che rompendosi si fanno pessima pubblicità, ecco il mio dubbio, da cui nasce il secondo:
2 - Non è che esistono pannelli solari autoprotetti e limitati in corrente? Perché in questo caso tali schemi potrebbero assumere un significato meno sciagurato di quello attuale.