Grazie Uwefed dell'attenzione.
Devo dire che mi aspettavo una accoglienza diversa. Ma considero le sue "parole dure" come base per costruire.
A tale fine esprimo alcune considerazioni su quanto ho scritto.
Ma prima premetto che non sono abituato a scrivere e pertanto vorrei indicare che il tono della email di questo testo e del tipo "cordiale, cortese e costruttivo" ed aderente alla netiquette. Qualora dovesse sembrare di tipo "polemico", assicuro fin d'ora che non è nella mia natura e quindi non è assolutamente intenzionale.
Cominciamo.
Anche ben evidenziato e quotato. Ho dovuto rileggere il testo della mia pagina molte volte per comprendere bene il punto in cui avrei affermato che la frequenza dell'onda dipendeva dalla corrente assorbita. Alla fine, presumo di aver compreso, che il tutto derivava dal termine "larga" immediatamente sopra l'immagine delle due onde del phon e del forno al quale il termine si riferiva. Era un termine con il quale intendevo indicare che si allargava l'area dell'onda, proprio come l'immagine subito sotto metteva in evidenza e nella quale si vede che la frequenza non cambia. Non avrei mai immaginato che si potesse arrivare ad attribuire tale termine al concetto di periodo dell'onda della rete elettrica. In effetti, senza guardare l'immagine, il termine genera confusione e ambiguità. Ringrazio della segnalazione e per coerenza con questo topic aggiungero spiegazioni all'interno di una parentesi.
Ogni forma d'onda, in ogni grafico nel sito, inclusa quella del forno e del phon (quest'ultima è quella che appare triangolare) è quanto ha visto realmente la scheda Arduino collegata direttamente con il sensore. (Metodo usato: lettura continua in un ciclo for sul pin analogico con memorizzazione 400 valori in un vettore, inviato successivamente via seriale ad un pc per successiva visualizzazione con excel. Usato il vettore per minimizzare il tempo tra letture successive.)
Conosco che W=VIcos() e quindi a parità di tensione 230V, la lettura in uscita del sensore dipende da I (o, essendo proporzionalmente legata, da W). Almeno presumo che sia questo quanto si intendeva. Tuttavia é il sensore che capta il campo magnetico generato dal cavo e lo fornisce come tensione di uscita. Quindi abbiamo una V legata alla formula indicata tramite una funzione F(x). Questo per dire l'abito della citata formula W=VIcos() è il cavo da misurare mentre diversa invece è la funzione che lega la potenza assorbita (o transitante nel cavo da misurare) con la tensione in uscita dal sensore. Tale funzione dipende anche dalla isteresi magnetica del sensore (che è un piccolo trasformatore di tensione) e conseguentemente non è una funzione lineare. La non linearità giustifica forme d'onda diverse a secondo del carico (I transitante).
(Tornando al precedente paragrafo tale F(x) può determinare forme d'onda differenti o traslazioni in ritardo, ma non ne cambia la frequenza e d'altronde il risultato dello sketch non è sensibile alle sole variazioni di frequenza). Pertanto se si considera solo l'ampiezza picco-picco dell'onda non si riesce a distinguere un phon da 1200W con un forno da 2000W (Erano questi i valori di riferimento delle mie apparecchiature domestiche). Fu questo il risultato di una delle prime versioni dello sketch. Da qui seguì l'analisi delle forme d'onde derivanti dai due carichi e quindi la constatazione che queste oltre a non essere sinusoidali sono dipendenti dal carico. Infatti all'aumentare del carico elettrico le creste raggiungono velocemente un livello picco-picco sul quale, una volta raggiunto, aumentano leggermente mentre l'area delle semionde si espande (il periodo rimane fisso, espansione lungo l'asse y, ai lati del picco). E' questo il motivo perchè l'onda rilevata dal sensore per il phon (1200W) e il forno (1800W), nella pagina del sito appaiono, una quasi sinusoidale e l'altra triangolare (vorrei ripetere ancora che tali onde sono rilevate direttamente tramite Arduino collegato direttamente con il sensore). Da qui l'idea di calcolare l'area (integrale) dell'onda per ricavare una indicazione della corrente transitante nel cavo.
Comprendo e apprezzo il lavoro di moderatore del sito e ancor più di analisi teorica di quanto possiamo scrivere noi "utenti". Non nascondo che diversi mesi fà, prima di provare il sensore, avrei avuto le stesse perplessità sull'evoluzione della forma d'onda.
Ringrazio per per avermi fatto notare l'errore nel programma. Ora l'ho corretto. Soliti problemi di copia e incolla. Quanto prima mettero il download direttamente al file.
Nella parte finale della pagina ho voluto descrivere una delle prime prove realizzata in hardware allo scopo di non appesantire il Microcontroller in temini di consumo di CPU. Ho riportato più volte l'indicazione "Attenzione progetto abbandonato" o "idea che ho scartato" perchè volevo far passare il messaggio che in tale prototipo gli spikes sembravano amplificati. Oltre ciò specifico anche che non ho analizzato se tale fenomemo era dipendente solo dal mio prototipo. Magari qualcuno alle prese con la stessa situazione poteva aggiungere pareri e consigli.
So bene la differenza tra microcontroller e CPU. Forse è questo il problema. Quando scrivo tendo a scindere la CPU dal resto, anche se questa fisicamente è all'interno del microcontroller. Ho comunque riletto la pagina e mi sembra di rivogermi sempre alla CPU in termini corretti. Sarei grato per le frasi ambigue affinchè possa correggerle.
La parte "Il trasduttore opportunamente scelto (con tensione di uscita di 2V eff) puó essere collegato direttamente a Arduino senza dover utilizzare amplificatori" non l'ho ben compresa. Il sensore SCT-013-020 produce 2v picco picco ma intorno alla zero e qundi da +1V a -1V. Non collegherei mai una tensone negativa ad un input dell'Arduino per paura di "bruciarlo". Tuttavia questa frase apre una lacuna nelle mie conoscenze poichè in effetti non ne conosco il comportamento in input nel caso di tensioni negative. Ho sempre creduto che non fosse un bene applicare tensione negative ad un dispositivo ideato per accettare da 0 a 5V. Tuttavia, e credo che sia riferito a questo, so anche che entro determinati range alcuni integrati accettano piccole tensioni negative. Diventa quindi una mia curiosita sapere se il microcontroller e/o il suo pin, si brucia o riesce a lavorare e nel caso positivo, fino a che tensioni si possa spingere. Caso mai, nel mio programma è sufficente eliminare la parte relativa alla determinazione dello 0V.
Per quello che riguarda la frase "su quel sito sono scritte stronzate", cortesemente faccio presente che tutto quanto ho descritto deriva da prove e controprove reali. Per quanto concerne la casa domotica la invito a venire a vederla e constatare di persona. Per quanto concerne lo sketch oggetto della conversazione, invoco il metodo scientifico, invitando anche ai lettori a verificarne le risultanze, riprodurre il sistema e quindi a condividerne i risultati (è sufficente un sensore un arduino e un pc).
Un ciao.