primo circuito stampato...

Ciao a tutti, sto progettando il mio primo pcb da connettere una scheda arduino uno a una fotoresistenza, un potenziometro e un servomotore.
Per leggere una fotoresistenza si biforca in genere la sua connessione al pin 5v con una resistenza da 100k che va a un pin analogico.

Ma sul pcb, siccome anche il potenziometro e il servomotore andranno a finire nella stessa pista 5v, questo non falserà la tensione da leggere?
Scusate l'ignoranza.

ma hai provato prima a costruirlo su bredboard?
comunque, credo che leggerai anche il rumore di crosstalk dato dal movimento del servo sull'alimentazione, per mitigare il problema potresti aggiungere un condensatora da almeno 0.1uF fra il pin del segnale della fotoresistenza e massa (penalizzando leggermente la velocita di risposta della fotoresistenza).

Su breadboard funziona ma in quel caso non é che ci sia solo una pista, derivano tutte sui pin laterali che a loro volta derivano su arduino, ma non é lo stesso concettualmente?
Cioè anche qui, se anche facessi una pista separata comunque tutto andrebbe a finire sullo stesso pin giusto?
Poi il condensatore cosa farebbe in questo caso?
Grazie della risposta comunque.

secondsky:
Su breadboard funziona ma in quel caso non é che ci sia solo una pista, derivano tutte sui pin laterali che a loro volta derivano su arduino, ma non é lo stesso concettualmente?

E' esattamente la stessa cosa, il fatto che abbia una linea master laterale da cui derivi, o che tu ponticelli tra punto e punto, non cambia niente.

ps: Va bhe, cambierebbe in alcuni casi esoterici dove la distanza percorsa dalla corrente conta, ma e' accademico per lo piu'.

Va beh ma allora, se connettessi due fotoresistenze invece di una, considerando che il circuito in fin dei conti é lo stesso, come potrebbero restituirmi due letture differenti?
Non credo che certe parti siano meno in tensione di altre...

Ti darebbero letture differenti perche' se tu connettessi due fotoresistenze, utilizzeresti due pin analogici di arduino al posto di uno.

Cmq non per rompere le uova nel paniere ma spesso i sensori sono molto... "sensibili", nel senso che vengono influenzati anche dalle leggere fluttuazioni di corrente causate dall'assorbimento di altri componenti.
A me è capitato con un sensore di temperatura collegato su uno shield posto sotto ad un altro shield su cui c'è un display LCD. Tra l'avere la retroilluminazione del display accesa e spenta rilevo una differenza di 2°C sulla lettura del sensore. Attenzione che tale differenza non è influenzata dalla temperatura del display ma dall'assorbimento dei led della retroilluminazione, che "succhiano" dalla stessa linea del sensore.

leo72:
Cmq non per rompere le uova nel paniere ma spesso i sensori sono molto... "sensibili", nel senso che vengono influenzati anche dalle leggere fluttuazioni di corrente causate dall'assorbimento di altri componenti.
A me è capitato con un sensore di temperatura collegato su uno shield posto sotto ad un altro shield su cui c'è un display LCD. Tra l'avere la retroilluminazione del display accesa e spenta rilevo una differenza di 2°C sulla lettura del sensore. Attenzione che tale differenza non è influenzata dalla temperatura del display ma dall'assorbimento dei led della retroilluminazione, che "succhiano" dalla stessa linea del sensore.

Come si può risolvere tale problema? Aumentando gli ampere disponibili??

Federico:
Ti darebbero letture differenti perche' se tu connettessi due fotoresistenze, utilizzeresti due pin analogici di arduino al posto di uno.

Si, le biforcazioni per la lettura andrebbero in due pin differenti, ma partirebbero dalle piste in tensione che di fatto sono connesse tra loro, no?

secondsky:

Federico:
Ti darebbero letture differenti perche' se tu connettessi due fotoresistenze, utilizzeresti due pin analogici di arduino al posto di uno.

Si, le biforcazioni per la lettura andrebbero in due pin differenti, ma partirebbero dalle piste in tensione che di fatto sono connesse tra loro, no?

E allora? Una fotoresistenza non legge mica la corrente, legge la quantita' di luce...
Prova a ragionarci un attimo. Tu hai mai visto un circuito che ha per ogni connessione una alimentazione separata?

Si, ma la tramuta in volt.
Comunque, sono certo che sia come dici tu, solo non capisco bene perché. :slight_smile:

leo72:
Cmq non per rompere le uova nel paniere ma spesso i sensori sono molto... "sensibili", nel senso che vengono influenzati anche dalle leggere fluttuazioni di corrente causate dall'assorbimento di altri componenti.
A me è capitato con un sensore di temperatura collegato su uno shield posto sotto ad un altro shield su cui c'è un display LCD. Tra l'avere la retroilluminazione del display accesa e spenta rilevo una differenza di 2°C sulla lettura del sensore. Attenzione che tale differenza non è influenzata dalla temperatura del display ma dall'assorbimento dei led della retroilluminazione, che "succhiano" dalla stessa linea del sensore.

sicuro non fosse dato da un'interferenza di genere elettromagnetico? sicuramente ci avrai gia provato e ne sai piu di me èh, non ci vuol molto, ma magari spostando il sensore e quindi facendo dei ponti per i pin necessari, cosi da porre il sensore a..mmm...50 cm (?) di distanza dal display questo problema si risolveva....boh... :roll_eyes:

Federico:
ps: Va bhe, cambierebbe in alcuni casi esoterici dove la distanza percorsa dalla corrente conta, ma e' accademico .

Questa è una affermazione totalmente campata per aria, la cosa più importante di un pcb sono proprio le line di alimentazione, è tutt'altro che "esoterico" e "accademico", è molto reale e pratico, oltre che supportato da molta teoria.

astrobeed:

Federico:
ps: Va bhe, cambierebbe in alcuni casi esoterici dove la distanza percorsa dalla corrente conta, ma e' accademico .

Questa è una affermazione totalmente campata per aria, la cosa più importante di un pcb sono proprio le line di alimentazione, è tutt'altro che "esoterico" e "accademico", è molto reale e pratico, oltre che supportato da molta teoria.

Quindi diciamo che in un prodotto medio del forum, preso tra tutti i progetti che troviamo nella sezione italiana e in quella exhibition, la distanza dei componenti dalle linee di alimentazione e' fondamentale?
A mio avviso, personale e non documentabile perche' ignoro, non credo che sia cosi.

Se mi sbaglio cosi' di grosso tornero' a documentarmi...

Prima di tutto la linea di alimentazione è un tutt'uno e non una parte da cui partono dei fili/piste, se non viene realizzata come si deve, il che vuol dire giusti percorsi, giusti spessori, giusti angoli e, sopratutto, giusti sistemi di disaccoppiamento, i problemi che ne derivano portano a vere e proprie anomalie di funzionamento.
Un esempio banale è dato dal sensore di temperatura che all'accensione della retro perde 2°dalla lettura, questo avviene perché l'alimentazione del sensore non è stata disaccoppiata in modo corretto, o più probabilmente non è stata disaccoppiata del tutto, oltre a possibili problemi sull'alimentazione vera e propria.
Ovviamente per circuiti semplici non servono grandi precauzioni, però non puoi generalizzare parlando di casi esoterici perché non è assolutamente così, è esattamente l'opposto se non si cura moltissimo l'alimentazione poi ci sono sempre problemi strani.

Faccio ammenda =(

Quindi, (competenza zero in materia) se modifico una PCB che trovo online ed elimino senza una logica gran parte del "NERO" che corrisponderebbe al rame del Ground che rimane sulla basetta solo per farci passare altre piste e personalizzare l'instradamento... sbaglio alla grande? Sto modificando la RBBB (arduino clone) per mettere i connettori a vite ai relativi pin dell'Atmega.

leo72:
A me è capitato con un sensore di temperatura collegato su uno shield posto sotto ad un altro shield su cui c'è un display LCD. Tra l'avere la retroilluminazione del display accesa e spenta rilevo una differenza di 2°C sulla lettura del sensore.

Dipende che sensore hai. Se usi un LM35 quello ti da una tensione proporzionale alla temperatura dove l' almentazione influenzia pocissimo. Se i 5V del Arduino e anche la Vref di 5V cambiano a causa di un assorbimento significativo leggi sbagliato. Se usi come sensore una NTC o PTC (ma vale anche per qualsiasi sensore che cambia la resistenza come un potenziometro, una fotoresistenza ecc) in serie a una resistenza una variazione di tensione di alimentazione influenza la tensione lette e compansa il cambio della Vref.
La stessa cosa vale in modo inverso con un tensione di riferimento esterna stabilizzata e un sensore che dipende dalla alimentazione.

Ci sono molti diversi effetti indesiderati causati dalla disposizione e geometria delle piste.

  • Nell' alta frequenza dipende la lunghezza e la vicinanza di massa sul funzionalitá (sulle matherbord dei PC notate delle piste che sono a serpentine per ugualiare il tempo di percorrenza del segnale) Le frequenze dove questo effetto diventa significante é largamente sopra le frequenze usate da Arduino.
  • nel elettronica analogica e anche in certe applicazioni di alimentatori switching noti che le masse partono da un unico punto in modo stellare. questo per evitare che delle perdite di tensine ( anche qualche decina mV influenza) a causa della resistenza delle piste e della corrente.
  • su alimentatori switching devi disporre i coponenti elettronici in modo da non fare influenziare la capacitá o l'induttanza delle piste sulla regolazione.
  • Sui quarzi: vedrai che sono circondati da massa questo per eliminare influenze capacitive di altre tensioni.
  • con tensioni alte (230V) si deve considerare delle distanze di sicurezza minime tra le tenszioni e la massa / terra. Oltre questo la sezione della pista é da considerare. Spesso delle schede di potenza hanno uno strato di 70µm al posto dei 35µm delle altre schede.

Nel Tuo caso metterei uno stabilizzatore dedicato per il Servo; per esempio un 7805.

Ciao Uwe

No, puoi farlo senza problemi. Per altro se fai una versione a vite di quello mi piacerebbe vederla, volevo produrla anche io ma ero indeciso se trovare banalmente i connettori a vite da 0.1 o se sistemare la scheda.
F

Quello che chiami "nero" è il piano di massa, è sempre bene introdurlo su tutte e due le facce del pcb, ed è l'ultimo atto nel disegno di un pcb, tutti i cad per elettronica degni di questo nome lo fanno in automatico, anche se spesso sono necessari ritocchi manuali, in funzione dei parametri imposti nel DRC (Design Rule Check).
Se è necessario modificare un pcb già esistente la prima cosa da fare è rimuovere tutto il piano di massa per poi aggiungere/modificare le piste come serve, alla fine si crea un nuovo piano di massa.
Come procedere praticamente alla cosa dipende molto dal formato in cui è disponibile il pcb.